Scrittore danese, è considerato uno dei massimi autori europei di letteratura per l'infanzia.
Di famiglia umile, orfano a undici anni, a quattordici fuggì a
Copenaghen, dove ebbe l'opportunità di studiare grazie all'aiuto di
Jonas Collin, direttore del Teatro reale.
Esordì in letteratura con poesie (Fantasie e schizzi, 1831), racconti di viaggio (Quadri di viaggio nell'Harz, 1831), testi teatrali (Amore sulla torre di San Nicolò; Agnese e l'uomo del mare, 1833-34) e il romanzo L'improvvisatore (1831). Ma la vera notorietà gli venne dalle raccolte di Fiabe che pubblicò fra il 1835 e il 1872.
Compì lunghi viaggi in Europa, Asia e Africa e fu autore fecondo, anche di resoconti di viaggio, come Il bazar di un poeta (1842).
I 164 racconti per l'infanzia appartengono ormai ai classici della
letteratura mondiale. Andersen seppe esprimere mirabilmente le emozioni
più sottili e le idee più fini attraverso un uso equilibrato del
linguaggio corrente e delle espressioni popolari, passando senza
difficoltà dalla poesia all'ironia, dalla farsa alla tragedia, dal
quotidiano al meraviglioso.
I temi delle fiabe sono attinti in parte dalla tradizione popolare nordica (I cigni selvatici, Il piccolo Claus e il grande Claus, La principessa sul pisello), in parte dalla storia e dalla vita quotidiana; altri ancora provengono da spunti autobiografici (La sirenetta, L'intrepido soldatino di stagno).
Andersen usò un linguaggio quotidiano ed espresse nelle fiabe pensieri
e sentimenti fino ad allora ritenuti estranei alla comprensione di un
bambino, attraverso le vicende di re e regine storici o leggendari, ma
anche di animali, piante, creature magiche e persino di oggetti. Le
fiabe di Andersen sono state tradotte in tutte le lingue e hanno
ispirato innumerevoli opere teatrali, balletti, film, nonché opere
d'arte figurativa. Nel 1855, egli fu autore anche di un'autobiografia (La fiaba della mia vita).
Morì a Copenhagen nel 1875.